Sommario
L’indagine rappresenta un tentativo di ricostruire la filiera di processo che dalla raccolta dei RAEE ad opera delle imprese di trattamento e riciclaggio, porta alla reimmissione dei suddetti nel ciclo di lavorazione dei colorifici che producono smalti per ceramiche e da lì vengono riassorbiti dalle imprese produttrici di
ceramiche come semilavorati. E’ stata inoltre esplorata la possibilità per le imprese ceramiche di riutilizzare direttamente i RAEE. L’analisi è stata effettuata tramite questionari esplorativi di autovalutazione ed ha avuto come obbiettivo collegato lo studio dei potenziali impieghi in prodotti di qualità piuttosto che competitivi sul
prezzo; per ricostruire la filiera di relazioni delle Materie Prime Seconde, mps, l’indagine non è stata limitata al solo distretto ceramico, ma ha interessato imprese dislocate su tutto il territorio nazionale. Il quadro che emerge, confrontando le risposte dei trattatori con quelle delle imprese ceramiche e dei colorifici è cruciale
per comprendere le motivazioni logistiche più che tecniche che stanno alla base delle scelte strategiche delle imprese circa l’impiego delle mps da RAEE, in uno scenario in cui l’apparato normativo che disciplina il settore è determinante per gli esiti di efficienza del mercato.
Gli obbiettivi dell’analisi e le sue determinanti
Il progetto KREA si configura come uno spin-off di ricerca, finanziato dalla Regione Emilia Romagna, nell’ambito del Fondo Sociale Europeo, avente come obiettivo la costituzione di un’impresa, a partire da un’idea imprenditoriale innovativa e ad alto contenuto di conoscenza, avvalendosi delle competenze e delle
strumentazioni presenti in ambito accademico. L’area di intervento dei suoi componenti è focalizzata sull’individuazione di nuove forme di riciclo per i materiali recuperabili (vetro, plastiche, metalli, ecc) dai rifiuti elettronici (TV, PC, lampade fluorescenti,ecc) e sulla commercializzazione del relativo know how, unitamente
ai servizi annessi, alle aziende potenzialmente interessate. KREA Infatti si propone di fornire non solo le conoscenze per realizzare un certo prodotto, ottenuto riciclando i componenti ricavati dalle apparecchiature elettroniche a fine vita, ma anche tutti i servizi necessari alla produzione, quali quelli consulenziali inerenti
l’approvvigionamento e la gestione dei materiali coinvolti.
La clientela di riferimento dei servizi offerti da KREA è scomponibile in due gruppi distinti:
Trattatori: aziende fornitrici dei materiali di recupero altresì detti gestori del fine vita
Utilizzatori: aziende utilizzatrici dei materiali recuperati (vetro, plastiche, metalli, eccetera)
Il primo raggruppamento comprende quelle imprese, in costante aumento in termini numerici, che svolgono le attività di raccolta, stoccaggio, cernita, trattamento, recupero e smaltimento di beni tecnologici a fine vita,
rendendo in tal modo disponibili sul mercato i diversi tipi di materiali recuperabili. La maggior parte di esse, circa 40, sono aziende di piccole dimensioni localizzate prevalentemente nell’Italia centro-settentrionale, raggruppate nel Consorzio Nazionale Eco Trattamento Rifiuto Tecnologico (CERTO).
Il secondo raggruppamento, molto più vasto, la cui definizione è subordinata alla tipologia di materiale recuperato, nel caso in cui quest’ultimo sia solo il vetro, può essere “circoscritto” a tutti i produttori di piastrelle, in numero pari a 125, solo considerando quelle associate ad Assopiastrelle ed ubicate nelle province di Modena e Reggio Emilia, e ai colorifici ceramici, il cui numero è stimabile in circa 50 nel
medesimo territorio.
Il presente studio, facente parte del Progetto KREA e svolto con il patrocinio di Assopiastrelle, è finalizzato a rilevare, accanto alle caratteristiche strutturali delle imprese oggetto di indagine quali forma giuridica, dimensione e tipologia delle certificazioni aziendali, l’esistenza e l’intensità dell’ interesse circa l’inserimento
di Materie Prime Seconde, mps, nei cicli produttivi dei colorifici e delle imprese ceramiche, accanto alla ricerca di eventuali barriere all’ingresso circa il loro utilizzo. L’indagine è stata svolta mediante una metodologia conoscitiva atta a comprendere il potenziale di crescita del riutilizzo delle frazioni recuperate all’interno dei cicli produttivi tipici del settore ceramico. Il progetto KREA è in particolare rivolto alla
caratterizzazione di vetri provenienti da lampade fluorescenti a fine vita per valutarne possibili applicazioni nel settore dei materiali al fine di incrementare le possibilità di recupero.Il progetto ha come obbiettivo, attraverso la ricerca universitaria, lo sviluppo di un grande numero di tecniche per il riutilizzo dei materiali risultanti dal recupero di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), e attraverso la collaborazione
con società private, mira a favorire il trasferimento tecnologico al mondo industriale delle potenzialità e delle invenzioni individuate a livello scientifico. Per queste motivazioni l’indagine ha avuto fin dall’inizio l’obbiettivo di ricostruire la filiera di processo che dalla raccolta dei RAEE ad opera delle imprese di trattamento e
riciclaggio, porta alla reimmissione dei suddetti nel ciclo produttivo dei colorifici che producono smalti per ceramiche e da lì vengono riassorbiti dalle imprese ceramiche. E’ stata inoltre esplorata la possibilità per le imprese ceramiche di riutilizzare direttamente i RAEE . L’analisi non è stata limitata al solo distretto ceramico, ma ha interessato imprese dislocate su tutto il territorio nazionale, anche se rimane indiscussa la centralità del distretto ai fini del progetto KREA.
Cenni sulla evoluzione economica del distretto ceramico
Negli ultimi 40 anni il comprensorio ceramico è stato interessato da uno sviluppo demografico tra i più intensi non solo a livello regionale ma anche nazionale. L’aumento della popolazione, alimentata da forti flussi migratori, si è accompagnata alla straordinaria crescita economica dell’area, che si pone ai vertici delle classifiche europee per ricchezza prodotta e livello di sviluppo raggiunto. Nonostante questa migliore situazione, anche nel comprensorio di Sassuolo si manifestano le tendenze di fondo che caratterizzano il quadro nazionale e internazionale: l’andamento del mercato del lavoro riflette il rallentamento dell’economia in corso da alcuni anni. Anche l’economia provinciale è interessata da una riduzione del ritmo di sviluppo, condizionato dall’andamento del ciclo economico internazionale e dalle difficoltà della domanda estera. Il
comparto delle piastrelle ceramiche, che pesa per oltre un quarto sulla struttura dell’esportazione della provincia di Modena, conserva un’indiscussa leadership mondiale, sebbene negli ultimi anni risulti una continua erosione della quota di mercato delle imprese modenesi sul commercio mondiale (dal 26,9% nel
1996 al 23,4% nel 2002). La struttura economica del comprensorio di Sassuolo rimane incentrata sull’industria, le specializzazioni produttive riguardano il settore ceramico e l’ampio indotto di imprese manifatturiere e di servizio ad esso collegate. Sebbene rallentata rispetto agli anni precedenti, la dinamica imprenditoriale del comprensorio è rimasta positiva: lo stock di imprese attive è complessivamente cresciuto più del livello provinciale. Nel comprensorio le imprese dell’industria manifatturiera hanno fatto registrare una dinamica negativa, con una diminuzione dell’1,5% dello stock di imprese attive analogamente a quella registrata dal comparto a livello provinciale (-1,3%). Le imprese del settore delle costruzioni, che rappresenta
il comparto più dinamico dell’economia modenese negli ultimi anni, è cresciuto del 3% circa a livello comprensoriale. Anche le imprese del terziario hanno fatto registrare una dinamica positiva (+2,2%), in linea con la tendenza espressa dal comparto a livello provinciale (+2,4%). Tra i macrosettori dell’economia, i
maggiori tassi di crescita si sono registrati nei servizi alle imprese (+5,6% nel comprensorio contro + 4,7% in provincia, valori riferiti al 2003) e nei servizi alle persone (+ 2,2% nel comprensorio contro+1,3% in provincia, valori riferiti al 2003). Nel commercio, i maggiori tassi di incremento del numero di imprese si sono registrati a Sassuolo, dove il peso delle imprese commerciali è particolarmente rilevante (33% contro una media provinciale del 26%). Le imprese artigiane del comprensorio sono cresciute più lentamente sia rispetto all’evoluzione complessiva delle imprese del distretto sia rispetto all’evoluzione dell’artigianato provinciale. Il
rallentamento della dinamica delle imprese artigiane si è verificato soprattutto nel comparto manifatturiero (- 0,9%) e nel settore dei trasporti (-0,5%). Secondo i dati elaborati dalla Camera di Commercio di Modena su informazioni del Registro Imprese, Rea e banca dati Inps, la dinamica dell’occupazione nel comprensorio
ceramico evidenzia una diminuzione di lieve entità del numero di addetti, a fronte di un aumento nello stesso periodo del dato riferito alla Provincia di Modena. La diminuzione di addetti nel distretto ha riguardato l’industria manifatturiera (-2%) mentre nelle costruzioni e nel terziario gli occupati sono cresciuti rispettivamente del +6% e del +2,1%.
L’evoluzione del quadro normativo e i suoi effetti sul mercato dei RAEE
Il VI programma di azione comunitario in materia di ambiente 2002 ha fra i suoi obbiettivi di uso e gestione sostenibile di risorse naturali e rifiuti, numerosi traguardi nella diminuzione dei rifiuti e nella semplificazione della loro gestione a fine vita; in particolare oltre agli incentivi al recupero e alla diminuzione delle quantità smaltite grazie a norme più restrittive, il programma mira, attraverso la prevenzione della produzione di rifiuti, a alleggerire la correlazione che esiste fra crescita economica
e produzione dei rifiuti.
Le azioni che il VI programma di azione comunitario identifica come prioritarie per il
raggiungimento degli obbiettivi sono da un lato la politica integrata di prodotto e dall’altro una strategia tematica sulla gestione dei rifiuti, con entrambe le politiche inquadrate all’interno di una normativa sui rifiuti rivisitata e comune ad ogni paese dell’unione. Se quindi troviamo fonti legislative orizzontali quali la dirintende per rifiuti, la giurisprudenza comunitaria regolamenta in dettaglio anche alcuni flussi di rifiuti,
nel caso dei RAEE attraverso la dir 2002/96/CE, recepita nel nostro ordinamento con il DecretoLegislativo 25 luglio 2005 n.151. L’ onere dello smaltimento (tutto incluso, compresi i trasporti) e’ a carico del produttore per l’utenza domestica. Per quella professionale lo e’ solo nel caso di sostituzione uno ad uno, anche se il
produttore e’ diverso, nel qual caso e’ richiesto che la sostituzione avvenga con prodotti analoghi (non si può scambiare un computer con una stampante). E’ da sottolineare che i costi dello smaltimento sono ripartiti tra i vari produttori secondo la propria quota di produzione nel mercato italiano.
Nello scenario professionale, ci sono solo due attori: il produttore e l’utente.
Nello scenario domestico, ci sono tre attori: il produttore, il distributore e l’utente.
Nel primo caso l’utente restituisce i RAEE al produttore dei nuovi prodotti che acquista, siano essi dello stesso o meno. Nel comune caso di leasing il materiale deve essere obbligatoriamente restituito al produttore originale.
Nella pratica nazionale già prima del DLGS n.151 2005 le grandi imprese, segnatamente gruppi bancari e gruppi assicurativi, erano in grado di stipulare contratti di fornitura che attraverso leasing, o clausole ad hoc li sollevavano dagli oneri di smaltimento.
Con il recepimento della dir. 2002/96/CE ciò che prima era possibile solo per imprese molto strutturate e quindi dotate di un peso notevole nello stipulare accordi di fornitura è reso possibile per qualunque persona giuridica, con evidente spinte alla concentrazione del mercato dei RAEE presso le poche imprese dotate di sufficienti economie di scala per trattare grossi volumi di RAEE, in una evoluzione che molto probabilmente sancisce il declino delle piccole imprese di riciclaggio e
trattamento.
Nel secondo caso l’utente può riportare il RAEE al distributore gratuitamente se ne acquista un altro d a l o r o . Op p u r e p u ò p o r t a r l o , s emp r e gratuitamente, ai centri di raccolta comunali (che devono adeguarsi entro agosto 2006). Nel primo caso sarà Computer Discount a portarlo gratuitamente al centro comunale.
In questo caso la direttiva europea scardina l’impianto giuridico preesistente, in cui spesso, per meri regolamenti interni delle varie aziende multiutility, al privato era fatto divieto di poter conferire più di un computer alla volta, salvo pagarne lo smaltimento presso le imprese di trattamento e riciclaggio.
Anche in questo caso i piccoli raccoglitori/trattatori soffrono in modo cruciale l’evoluzione della normativa che liberando i privati dagli oneri economici dello smaltimento dei RAEE, priva suddette imprese, spesso realtà con pochi addetti, del cruciale finanziamento della rete di raccolta, privandoli sostanzialmente di prospettive di crescita individuale.