DEFINIZIONI
Marmorizzazione: effetto decorativo rappresentato da venature di diverso colore, simile al marmo. Può essere ottenuto per miscelazione, allo stato plastico, di differenti argille e, in questo caso, l’effetto decorativo è apprezzabile sia in superficie sia in frattura, oppure può essere una decorazione solo superficiale ottenuta da una miscelazione di ingobbi o di colorati.
Piccolo fuoco: qualsiasi decorazione che preveda l’applicazione di colori o di metalli su superficie già vetrificata e una temperatura tra i 600 °C e gli 800 °C. La decorazione si presenta a contorni netti, avvertibile al tatto; la gamma di colori è ampia.
Riflesso metallico: decorazione consistente in un sottile deposito di metalli preziosi. In ceramica generalmente si usano a tal scopo oro e platino.
Rotella (decorazione alla): decorazione per impressione mediante strumento cilindrico fatta rotare sulla superficie dell’oggetto quando questo si trova allo stato plastico.
Sabbiatura: applicazione di sabbia con scopi decorativi per aspersione sulla superficie dell’oggetto crudo.
Serigrafia: tecnica decorativa che consiste nell’imprimere sulla superficie ceramica la sostanza colorante attraverso le maglie di uno schermo-seta, preventivamente impermeabilizzato nelle zone destinate a non far passare il colore.
Stralucido (decorazione a): lucidatura parziale della superficie secondo un motivo decorativo.
Terzo fuoco: (vedere piccolo fuoco)
Traforo (decorazione a): decorazione dell’oggetto per perforazione della parete, allo stato crudo, secondo un motivo ornamentale.
PRODOTTI O SEMILAVORATI
Biscotto: prodotto semilavorato che ha subìto una prima cottura (biscottatura) in preparazione dell’applicazione del rivestimento. La temperatura di biscottatura può essere minore di quella della successiva cottura del rivestimento, come nella lavorazione della porcellana e del gres, oppure maggiore, come in genere nella produzione della maiolica. La temperatura di biscottatura è fra 850 °C e 1000 °C.
Biscuit: prodotto in porcellana senza rivestimento
Bone China: tipo di porcellana tenera, prodotta con un impasto che contiene almeno il 25% e fino il 50% di cenere d’ossa.
Ceramica: materiale inorganico, no metallico, ottenuto da materie prime minerali, foggiato a freddo e consolidato in modo irreversibile mediante cottura.
Chamotte: materiale ceramico privo di rivestimento vetroso, anche di scarto, appositamente macinato oppure cotto direttamente in piccola pezzatura. Viene introdotta negli impasti ceramici con funzioni di sgrassante e inerte.
Degourdi: termine che indica il biscotto della porcellana.
Faenza: termine desueto per indicare un materiale ceramico ad impasto poroso, colorato, per lo più raffinato e valorizzato dall’applicazione di un rivestimento.
Faenza silicea: prodotto ceramico ad impasto poroso, bianco o colorato, a composizione silicea, con rivestimento vetroso e ingobbio siliceo sotto vetrina.
Gres: tipo di ceramica a corpo compatto, dotato di porosità quasi nulla, conseguente della presenza di una componente vetrosa in quantità dell’ordine del 40% e 50%. Il colore può essere utilizzato senza o con rivestimento rappresentato da una vetrina o da uno smalto applicati in crudo o in cotto.
Maiolica: tipo di ceramica ad impasto poroso, colorato, raffinato e con caratteristica peculiare la presenza di uno smalto. Possono essere presenti anche uno strato di ingobbio sotto lo smalto e/o uno strato di vetrina sopra lo smalto. Quest’ultima valorizza gli effetti estetici dello smalto e della decorazione sotto la vetrina. La lavorazione prevede due cotture: la prima, biscottatura, è eseguita a temperatura di 950 °C; la seconda, destinata alla maturazione del rivestimento, avviene a 920 °C.
Porcellana: prodotto ceramico compatto, bianco a volte traslucido. La porosità aperta è nulla, quella chiusa può raggiungere anche valori del 5%. Il materiale è di fase vetrosa, per cui la componente cristallina non supera il 40%. La porcellana viene suddivisa in differenti criteri fra i quali è la temperatura. La porcellana dura è formata da un impasto di caolino, felpato e quarzo e richiede una temperatura maggiore di 1280 °C; la porcellana tenera si cuoce intorno ai 1200 °C. La porcellana presenta un rivestimento trasparente che viene applicato in crudo o dopo una prima cottura a temperature tra 800/900 °C. Il prodotto precotto per la smaltatura viene denominato degourdi. I componenti del rivestimento sono gli stessi dell’impasto, ma in proporzioni tali da conferire alla miscela una maggiore fusibilità. Per un maggiore grado di bianco, la cottura della porcellana si effettua con un primo periodo di riscaldamento in atmosfera ossidante, una fase ad elevata temperatura in atmosfera riducente e un processo di raffreddamento in atmosfera neutra.
Terracotta: materiale poroso e colorato ottenuto dalla cottura di argille contenenti minerali di ferro, a temperature in genere minori di 1000 °C. Il materiale cotto assume una colorazione rossa in presenza dell’atmosfera ossidante; l’eventuale presenza di calcio e la sua reazione con il ferro fanno virare il colore su tonalità giallastre. Un’atmosfera riducente dà colori grigi o scuri.
Terraglia: ceramica porosa, fine e di colore bianco, il cui impasto è costituito da una miscela di differenti materie prime. Si distinguono la terraglia calcarea, detta tenera, e feldspatica, detta forte; composizione intermedie sono semiforti. L’impasto per la tenera è costituito da argilla plastica, un calcare e una sabbia quarzifera, la cottura avviene in due fasi: biscottatura (1000 °C) e cottura del rivestimento (900-950 °C). La forte è costituita da argilla, sabbia quarzifera e felspato. Durante la cottura il feldspato genera una fase fusa che dà una resistenza meccanica all’impasto, riducendo la porosità.
I manufatti di terraglia forte sono impermeabilizzati da una vetrina applicata su biscotto. La biscottatura avviene a 1250 °C e la seconda cottura a 1100-1150 °C.
DIFETTI
Calcinello: grumo di calcite secondaria, con dimensione di 1 mm, la cui formazione è dovuta alla presenza di ossido di calcio libero nel prodotto finito. La formazione di calcite causa un aumento di volume che può provocare il distacco di una scheggia del materiale che separa il grumo dalla superficie esterna e lo sgretolamento dello stesso grumo di calcite. L’ossido di calcio libero costituiva il residuo della decomposizione di calcite primaria, che non aveva potuto reagire con la matrice silicatica circostante.
Cavillo: difetto del rivestimento vetroso. Si manifesta con esili fessure che non proseguono nel substrato. Il cavillo di origine primaria compare durante la cottura, nella fase del raffreddamento, ciò è causato da un’eccessiva contrazione del rivestimento rispetto all’impasto ceramico. Quello secondario, tardivio, si manifesta a distanza di tempo dopo la fabbricazione del manufatto, dovuto da un’espansione del substrato con assorbimento di umidità.
Craquelé: vedere cavillo
Cuore nero: zona più o meno estesa di colore marrone scuro a nero, riconoscibile in frattura nella parte più interna del pezzo ceramico. Benché si presenti con contorni sfumati, il cuore nero è distinguibile per la differenza di colore rispetto alle parti più esterne del pezzo stesso. La presenza del cuoore nero indica un’insufficienza ossidazione, ma non costituisce un difetto da compromettere la funzionalità del prodotto, al contrario se a tale difetto si affianca rigonfiamento o sfogliamento.
Deformazione: modificazione delle caratteristiche geometriche originali che può avvenire durante le fasi di essiccamento e di cottura.
Efflorescenza: accumulo di Sali solubili in strato sulla superficie di manufatti porosi, durante l’essiccamento o in qualunque altro momento di lavorazione del prodotto. La mobilizzazione dei sali attraverso i pori fino in superficie è dovuto dal processo di assorbimento e evaporazione di acqua. I sali solubili possono provenire dall’esterno o essere presistenti nel manufatto o possono formarsi nell’impasto per reazione con l’ambiente.
Puntinatura: difetto delle superfici con rivestimento vetroso. Si manifesta con la comparsa di minuscoli avvallamenti sulla superficie. È dovuto dall’affioramento di bolle gassose nel vetro fuso, quando la viscosità non consente più la chiusura delle cavità. Le bolle possono originarsi sia nell’impasto che nello strato vetroso dello stesso.
Scaglia: difetto causato dalla fratturazione dei rivestimenti vetrosi in scaglie, che si sollevano lungo le linee di frattura a causa dalla compressione esercitata dall’impasto sullo smalto in fase di raffreddamento. Il difetto è causato dalla differenza di fra i coefficienti di dilatazione dell’impasto e del rivestimento.
Smalto (distacco dello): distacco di schegge di smalto a causa di urti. È favorito dalla scarsa compenetrazione tra lo smalto e l’impasto.
Smalto (ritiro dello): consiste nella presenza di aree di varai ampiezza dove lo smalto durante la cottura non ha aderito. I bordi delle aree scoperte si presentano arrotondati e ispessiti. La causa principale è la tensione superficiale dello smalto. I fattori che possono influenzare il fenomeno sono: spessore di applicazione; grado di adesione Smalto/supporto; differenza di ritiro smalto/impasto in cottura; resistenza degli smalti etc.).
PORCELLANE EUROPEE
Pasta dura di Sèvres
Supporto (1839): caolino 73, sabbia micea 24, calcare fine 6,3. Vetrina (1839): pegmatite pura di St. Yrieux.
Pate nouvelle di Sèvres
Fatta alla Manifattura Nazionale di Sèvres dal 1882 ca. ad oggi. Supporto: caolino 38, quarzo 24, feldspato di potassa 38. Vetrina: quarzo 32, feldspoto 36, caolino 17, calcare fine 16, biscottata a bassa temperatura, poi cotta in riduzione a 1280-1300 °C.
Porcellana di Vienna
Fatta dal 1719 al XX sec. Supporto: caolino 72, feldspoto 12, quarzo 12, gesso idrato 4. Vetrina non nota.
Porcellane di Nymphenburg
(Monaco-Germania) Fatta dal 1747 al XX sec. Supporto: caolino 70, quarzo 25,5 , gesso idrato 5,5. Vetrina: quarzo 35, gesso idrato 24, barbettina da porcellana 42.
Porcellane “Jesper” (di diaspro)
Prodotti da Wedgwood in Etruria e Stoke on Trent, Inghilterra, dal 1775 ad oggi. Supporto: solfato di bario 60, argilla 30, selce 10 (cotta a 1250 °C in ossidazione).
Porcellana fine (porcellana “d’ossa”) di Bore
Fatta a Bow, Londra, 1749-1775 ca. Ricetta del supporto: non nota in dettaglio, ma conteneva il 40-50% di cenere d’ossa. Temperatura di cottura non nota. Si usava vetrina al piombo a bassa temperatura di cottura.
Porcellana fine moderna: cenere d’ossa 50, caolino 25, pietre di Cornoveglia 25, biscottata a1250 °C in ossidazione. Vetrina di porcellana fine: borosilicato di piombo, cottura a 1060-1100 °C.
Porcellane di “pietra saponaria” di Worcester e Canghley
Fatte nel Worcestershire e nello Shropshire, Inghilterra, dalla metà alla fine del XVIII sec. Supporti: contenevano il 30-40% di pietra saponaria, cenere d’ossa, quarzo ed una piccola q.tà di argilla. Vetrina al piombo.